quattro direzioni gurdjieff

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Quattro direzioni di gurdjief 

 

“Ogni posizione attrae un’energia definita,
in una direzione definita e con uno scopo definito
Da questo punto di vista, si potrebbe dire
che i Movimenti costituiscono un linguaggio
che il nostro intelletto non può comprendere
ma cui il nostro corpo è sensibile”

Trovai interessante anche una frase di J.de Salzmann da “Un cuore senza limiti” di Ravi Ravindra
“Se la caviglia o il braccio stanno in un modo piuttosto che in un altro, il collegamento è perso e l’energia superiore non può passare”.

Cominciai allora ad accorgermi che ciò che vivevo, anche solo per pochi attimi mentre danzavo, apparteneva ad uno stato elevato che poteva manifestarsi solo se fossi stata in grado di produrre una condizione di vuoto. In questo stato i pensieri si fermano e si può sentire il piacere del momento presente in cui il corpo si muove come non guidato da me stessa e il piano emotivo si mette a disposizione di quell’istante. Ogni volta sento che ne traggo un piacere diverso da qualsiasi piacere io abbia provato prima. Danza, movimento, sensazioni, libertà di essere, godimento che non proviene dal corpo, pace.
Ecco cosa sono per me le danze di Gurdjieff.

Da ormai 15 anni non sono mai mancate nella mia vita perché abituata ad usare la mia parte razionale per comprendere il mondo, attraverso le danze ho trovato uno spazio nuovo, una nuovo modo di scoprire i segreti dell’esistenza, attraverso il corpo e non solo attraverso i libri.

Da “Vedute sul mondo reale” Gurdjieff, maestro caucasico che divulgò l’insegnamento delle danze in occidente, parla ai suoi allievi spiegando qual’è lo scopo delle danze:

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